lunedì 27 novembre 2017

IL PANE DOLCE DEL SABATO PER SALUTARE UN AMICO

Questo è un post un po’ particolare perché davvero non so cosa dire e ne avrei di idee nella testa, ma sono confuse. Forse perché le parole a volte sono di troppo.
Quando viene a mancare una persona speciale per esempio.
E non importa se non la si conosceva direttamente, perché a volte ci sono mancanze che pesano lo stesso.
Qualche giorno fa è venuto a mancare un membro molto importante dell’MTChallenge che come si sa è una community molto viva tra gli appassionati di cucina, blogger  non.
Michael era uno di noi, appassionato della buona tavola e dello spirito goliardico e ludico di questa avventura social, che ci vede ogni mese riuniti a sfidarci a colpi di mestoli e padelle.  E lui sapeva giocare e lo faceva con maestria ma anche ironia.
Purtroppo il destino ci ha privato della sua presenza, ma so che ovunque sarà ora continuerà a giocare con noi e bacchettarci silenziosamente quando azzardiamo qualche bestialità culinaria. Per chi di noi lo ha conosciuto personalmente lascia un vuoto incolmabile anche come amico colto e sincero.
Per chi come me ha avuto modo solo di conoscerlo virtualmente, attraverso la community, comunque rimane il sentore di aver perso una grande occasione.
Quello che però ci lascia, oltre ai suoi contributi preziosi, è l’averci riunito e avvicinato ancora di più. Un senso di appartenenza a una grande famiglia.
Per questo ci ritroviamo tutti in un grande abbraccio virtuale a sua moglie Micol, sua figlia Eleonora e a tutta la sua famiglia, preparando un dolce tipico della cucina ebraica, che lui ha contribuito a farci conoscere meglio, insieme ad Eleonora. 
Un modo tutto nostro per stringerci tutti intorno a loro con la cosa che ci piace fare meglio, cucinare.
E lo facciamo con il Pane dolce del Sabato, che proprio Eleonora ha insegnato tempo fa alla community MTC in una bellissima sfida in cui lei era giudice. Io all’epoca non ne facevo ancora parte, non avevo ancora nemmeno il blog, ma curiosavo da lontano, un po’ timorosa e incerta se buttarmi in questa avventura o no.
Si tratta di una treccia di pasta lievitata all’olio d’oliva, farcita con uvetta o mele. Un impasto sofficissimo e dolce al punto giusto. Si presta ad essere farcito con qualsiasi golosità venga in mente.

Io mi sono attenuta alla ricetta di Eleonora che ricordava le trecce della sua infanzia farcite con le mele. Ho solo aggiunto un  pizzico di cannella, zenzero e zucchero di canna scuro. Non potete capire il profumo incredibile che ha pervaso la casa e che colazione golosa che abbiamo fatto la mattina dopo. Inutile aggiungere che è finito in un attimo e che dovrò rifarlo al più presto perché è una vera goduria.

Solo una cosa importantissima: non confondetelo con la Challah.
Come ci hanno insegnato proprio Eleonora e Michael in un bellissimo post, la Challah è un pane intrecciato, non farcito, di grande importanza per la religione ebraica, deve essere preparato con una ricetta codificata e solo con quella, con ingredienti e procedimenti precisi e solo con quelli e portato in tavola e consumato secondo un rituale ben preciso che non deve essere sminuito ma rispettato.


Questo è invece un pane dolce sempre tipico della cucina ebraica ma che non è legato a nessuna ritualità religiosa in particolare, pur rispettando negli ingredienti le regole della cucina Kasher, per questo può essere farcito e servito tagliato a fette.








Il pane dolce del Sabato


per due trecce ripiene:

500 gr di farina 0
2 uova grandi medie (circa 60-62 gr con il guscio)

100 gr di zucchero
20 gr di lievito di birra

125 ml di acqua tiepida
125 ml di olio extra vergine d'oliva
10 gr di sale
100 gr di uva passa 
un tuorlo d'uovo
un cucchiaio di acqua
semi di sesamo e papavero


Prima di tutto e importantissimo, setacciare la farina.
Sciogliere il lievito nell'acqua tiepida insieme a un cucchiaino di zucchero e far riposare una decina di minuti fino a far formare una schiuma. Mischiare la farina, il sale e lo zucchero e versarci il lievito e cominciare ad impastare, versare poi l'olio e per ultimo le uova, uno ad uno, fino alla loro incorporazione. Lavorare fino a che l'impasto si stacchi perfettamente dalla ciotola, lasciandola pulita.
Lasciar lievitare per almeno due ore, dopodiché, sgonfiare l'impasto e tagliarlo in due parti uguali. Tagliare poi ognuna delle parti in tre.
Stendere su un piano infarinato ognuna delle parti lunghe circa 35 centimetri e larghe 15. Spargere l'uva passa sulle tre parti.
Arrotolarle poi sulla lunghezza, in modo da ottenere tre lungi "salsicciotti".
Unirli da un capo e cominciare ad intrecciare.
Ripetere l'operazione per la seconda treccia. Adagiare le trecce su una placca da forno unta di olio. Lasciare lievitare ancora due ore. 
Sbattere il tuorlo d'uovo con un cucchiaio di acqua e spennellarlo sulla superficie; spolverare di semi di sesamo o papavero.
Infornare in forno già caldo e STATICO a 200°C per circa 15-20 minuti.


Io mi sono attenuta alla ricetta, ho solo sostituito l’uvetta con una piccola mela tagliata a dadini spolverata con zucchero di canna scuro, cannella e zenzero.
Forse avrei dovuto aumentare la quantità di mela e di zucchero.





Per la cottura ho abbassato la temperatura a 180°C dopo i primi 5 minuti perché il mio forno tende a cuocere troppo in fretta e scurire troppo la superficie lasciando l’interno crudo. Ogni forno però è un mondo a sé.

L’impasto è lievitato benissimo, non so se è la fortuna dei principianti o degli incoscienti. Tra l’altro ho impastato tutti gli ingredienti insieme in una ciotola, a mano, lavorando energicamente e a lungo finché l’impasto non è stato soffice, omogeneo e non appiccicoso. L’ho praticamente maltrattato eppure è lievitato e si è docilmente trasformato in quel dolce soffice  e profumato che ci ha incantati tutti quanti.