lunedì 13 ottobre 2014

UN SEGRETO NON È PER SEMPRE.

Quando un evento ha un impatto destabilizzante sulla quotidianità, c’è solo un rimedio per recuperare l’ordine delle cose: crearsi nuove abitudini.”
                                                                  Un segreto non è per sempre. (Alessia Gazzola)
 
Secondo libro di questa giovane autrice siciliana. Il primo, “L’allieva”, l’ho letto l’anno scorso e l’ho divorato. Quindi appena ho trovato questo non me lo sono lasciato sfuggire.
E mi è piaciuto tanto come l’altro.

La protagonista è sempre la stessa: una giovane specializzanda di medicina legale, Alice Allevi che si ritrova per la seconda volta, suo malgrado, coinvolta nelle indagini di un delitto.
Oddio, suo malgrado. Non è che fa un lavoro così estraneo alle morti violente.
Non è Jessica Fletcher che da insegnante di provincia si trova circondata di assassini e morti che neanche la peste! Vabbè che è una scrittrice di gialli ma non mi pare che a Camilleri capiti la stessa cosa.

Però Alice forse si fa prendere troppo dalle storie che si nascondono dietro queste “semplici” autopsie, e si lascia andare a congetture e supposizioni che presto si trasformano in vere e proprie indagini personali. Supportata e sopportata da un brillante e un po’ sopra le righe ispettore di polizia, che la incoraggia nelle sue investigazioni parallele.

Entrambi i romanzi sono scritti molto bene, con uno stile scorrevole e coinvolgente. Anche perché condito da una certa dose di ironia.
Ogni tanto, soprattutto in questo secondo libro, ci si imbatte in terminologie tecniche mediche che, se rendono più veritiera la storia, però a noi ignorantoni confondono un po’; qualche nota a piè di pagina non guasterebbe. Giusto per non dover staccare gli occhi dal libro e il sedere dal divano per andare a cercare il significato sul vocabolario o su Google.

Per inciso, fa piacere leggere una storia realistica, con tutte le procedure e gli iter tecnici e burocratici attendibili, insomma niente CSI: niente tecnici di laboratorio che arrestano criminali pistola in pugno o che sfondano le porte, niente risultati miracolosamente precisi e rapidi da un unico capello (possibile che sta gente va a dormire e perde un capello solo?) e niente americanate tipo il “mandato di perquisizione”, ma su queste cose ci si potrebbe aprire un dibattito.

Il caso da risolvere è intervallato dalle vicende personali della protagonista che è una studentessa molto particolare: così distratta e svogliata, così poco ambiziosa e competitiva, tanto da non essere mai presa troppo sul serio anzi sottovalutata da colleghi e superiori. E tanto pasticciona anche in campo sentimentale.  Ogni tanto mi viene la voglia di scrollarla per le spalle violentemente per darle una bella svegliata, se esistesse sul serio. Ma forse è simpatica e vera proprio per questo. Sembra quasi di conoscerla.

A farle da contraltare tutta una serie di personaggi, molto ben descritti: tipo la coinquilina giapponese dall’italiano improbabile, la prof severissima e acida, la collega ambiziosa e perfida e soprattutto il suo diretto superiore, il dott. Conforti, che è la summa di quanto ci può essere di più odioso e indisponente in un uomo: supponente, arrogante, cattivo con i sottoposti e gran leccaculo con i superiori, intelligente e bravo nel suo lavoro sapendo di esserlo e gran donnaiolo. Perché il tipo è anche molto, molto, affascinante. Ora a uno così, non vi viene da riempirlo di schiaffi, a due a due, finchè non diventano dispari?
A me si. Ma alla nostra Alice l’effetto che fa è un tantino diverso e quindi ai guai si sommano altri guai.

Insomma è proprio un bel libro. Tutti e due. Adesso vado in caccia degli altri due: “Le ossa della principessa” e “ Sindrome da cuore sospeso”. Intanto torno a parlare di ricette.

Per trovare qualcosa da abbinare a questo romanzo sono stata indecisa tra una ricetta siciliana in onore dell’autrice di Messina, oppure una ricetta francese, visto che Parigi compare spesso nella storia. O romana dato che la storia si svolge nella capitale.
Inoltre nel libro si fa accenno spesso alla cucina, soprattutto alle torte e ai dolci. Bel dilemma.

Ma alla fine ha vinto la Sicilia.
Forse perché ho dei cari amici siciliani, forse perché due estati fa ci sono andata in vacanza ma non sono riuscita a vederla proprio tutta per bene. Credo che sia impossibile arrivare a conoscerla sul serio, se non ci si è nati, intendo. Ma anche così a volte non è detto.
Insomma io in Sicilia ci ho lasciato un pezzettino di cuore.

Proprio a casa di una coppia di amici, a Linguaglossa, sulle pendici dell’Etna, ho mangiato una favolosa pasta al pistacchio e ricotta.
Ho recuperato la ricetta in un libro sulla cucina siciliana di Alba Allotta (La Cucina Siciliana – ed. Newton Compton). La mia amica però aggiunge anche della pancetta affumicata o speck e qualche foglia di basilico.
Io l’ho fatta come l’ho mangiata da lei. Solo che non avendo il basilico fresco ho optato per un rametto di maggiorana. Un tocco di Liguria che non guasta.



 
 
 
 
 
RIGATONI CON RICOTTA E PISTACCHI.

Ingredienti per 4 persone:
300g rigatoni o tortiglioni (comunque una pasta corta),
200g ricotta ( potete sostituirla in tutto o in parte con della robiola fresca),
50g pistacchi sgusciati e spellati,
2 cucchiai colmi di parmigiano grattugiato,
100g pancetta affumicata tagliata a dadini molto piccoli (facoltativa),
1 rametto di maggiorana fresca o secca oppure qualche foglia di basilico (facoltativi),
sale e pepe.

Mentre la pasta cuoce, tritate finemente i pistacchi col mixer insieme alla maggiorana. Se usate il basilico non tritatelo ma aggiungetelo a crudo alla fine.
Setacciate la ricotta nel piatto di portata, unite una macinata di pepe, il parmigiano e poca acqua di cottura della pasta. Mantecate per ottenere una cremina morbida.
Fate rosolare in una padellina la pancetta finchè è ben croccante.





Scolate la pasta ancora un po’ al dente e conditela con la ricotta. Se fosse asciutta unite ancora pochissima acqua di cottura.
Spolverate generosamente con i pistacchi e la pancetta e mescolate velocemente.
Servite con parmigiano o ricotta salata da grattugiare a piacere.
Se usate il basilico spezzettate le foglie con le mani e aggiungetele all’ultimo.


 
 
 
 


 

4 commenti:

  1. ciao Manuela..che buoni i tuoi rigatoni...e penso che il libro deve essere stato stupendo!buona settimana..un bacio simona:)

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    1. Ciao Simona, grazie per essere passata, questa pasta mi piace un sacco ed è così facile e veloce da fare! A presto.

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  2. Questo libro è molto interessante ma mai quanto il condimento di questa pasta che mi fa sognare :-D
    Sono tornata e non potevo non passare a salutarti..complimenti e a presto <3

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    1. Ben tornata carissima! Non vedo l'ora di passare da te e sapere tutto sulla tua vacanza. Spero che ti sia divertita ma soprattutto rigenerata! A presto <3

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