mercoledì 30 ottobre 2013

MAI GIUDICARE DALLE APPARENZE.

Ma il tiolo poteva essere anche “Dolcetto E Scherzetto”.
Perché in questi giorni niente è come sembra.
Di sicuro vi sto per dare una ricetta che lascia a bocca aperta. Letteralmente.
Questa che vedete può sembrare una classica colazione all’italiana: cornetto, burro e marmellata. Manca giusto un bel cappuccino.

 

 


 

Ma non è esattamente così.
I cornetti sono veri cornetti, certo, ma se date un morso dopo un primo momento di dolcezza le papille cominceranno a saltellare. Perché quella che sembra una dolce confettura alla fragola è in realtà una confettura ai peperoni … e peperoncini!

Ma andiamo con ordine: innanzi tutto ho preparato dei cornetti dal sapore neutro, infatti si possono anche farcire con una marmellata vera o con la crema al cioccolato.
Sono partita dalla ricetta dei cornetti alloyogurt e cioccolato che avevo postato mesi fa, ho preso anche spunto dai cornetti salati di Montersino ma anche dai panini al latticello di L. Evans.

Io ho utilizzato il latte fermentato: un prodotto arabo chiamato Laben Chaouia, che si trova nei supermercati più facilmente del latticello, almeno qui da me, e che può tranquillamente sostituirsi a questo.  
Può essere usato in tutte quelle preparazioni che richiedono il famigerato latticello, ma anche lo yogurt. Questo latte fermentato infatti altro non è che una specie di yogurt più liquido e dal sapore più acido; anzi è persino lievemente frizzante al palato, subito pensavo che fosse andato a male, ma poi mi hanno informata che deve essere proprio così.
Gli arabi lo consumano semplicemente come bevanda, non è male se corretto con un po’ di zucchero o succo di frutta, ma attenzione perché è molto ricco di fermenti lattici … !!!
Ma non state a diventare matti se non lo avete, io lo usato perché da una sofficità maggiore agli impasti ma soprattutto perché lo avevo in casa ed era in scadenza, non potevo mica bermelo tutto così … altro che il pancino che ride della Marcuzzi … sai che risate poi!!
Voi potete benissimo usare del semplice latte misto a yogurt bianco in pari quantità, o latte e basta.

Anche la confettura di peperoni è una modifica a una ricetta che avevo già postato in precedenza QUI (uno dei miei primissimi post).

Tutto questo per partecipare al contest  DOLCE E SALATO:

 

 
 Dei blog A tutto pepe  di Michela e Giochi di Zucchero di Erika.
Anzi mi devo pure sbrigare perché il termine ultimo è domani.

 
CORNETTI SOFFICI "neutri".

Ingredienti:
450g farina 00,
150g farina integrale,
250ml latte fermentato,
100ml acqua,
30g zucchero (un cucchiaio colmo),
1 tuorlo,
1 cubetto di lievito,
30g burro,
1 cucchiaino raso di sale.

Sciogliere il lievito con lo zucchero nell’acqua tiepida, unire 4-5 cucchiai di farina mista e mescolare formando una pastella piuttosto fluida. Coprire e far riposare 15-20 minuti, deve formare una schiumetta in superficie.

Mescolare le farine con il sale, unire il latticello a temperatura ambiente, il tuorlo e la pastella lievitata. Impastare energicamente finchè non si è più appiccicosa, eventualmente unire poca farina (poca).
Allargate la pasta e spalmatela con il burro morbido. Ripiegatela più volte su se stessa finchè il burro è assorbito. Date un giro di pieghe allargando un lembo della pasta e riportandolo al centro, fate la stessa cosa tutt’attorno alla pasta.

Mettete a lievitare il panetto capovolto (con le pieghe sotto) in un contenitore leggermente infarinato, coperto con un telo umido, meglio ancora con un coperchio o un piatto. Lasciatelo riposare 2 ore circa.

Se volete i cornetti di taglia normale dividete la pasta in due parti, stendetene una in una sfoglia sottile (circa ½ cm, anche meno) rotonda di circa 45 cm di diametro e tagliatela in 12 spicchi uguali.
Arrotolate gli spicchi dalla base allargandola leggermente con le dita, metteteli sulla placca con la punta in basso e dategli la forma a mezzaluna.
Fate la stessa cosa col resto della pasta. In tutto otterrete 24 cornetti.
Se volete dei cornetti più piccoli dividete la pasta in 4 parti uguali e tirate le sfoglie rotonde di circa 30cm di diametro. Tagliatele ognuna in 8 spicchi. In tutto otterrete 32 cornetti piccoli.
Fateli lievitare coperti con un telo per un’ora.



Spruzzateli con acqua tiepida e infornate a 180° per 20 minuti circa, spruzzateli anche a metà cottura, così non secca troppo la crosta. Fateli raffreddare coperti con un telo pulito.
Potete farcirli anche da crudi: io ne ho riempito un paio con della Raschera  d’alpeggio a dadini e con la confettura piccante. Gli altri li ho lasciati vuoti.

 

 

Adesso inizia il gioco:
Io li ho tagliati a metà e spalmati con formaggio cremoso e confettura di peperoni piccante.
La confettura si accompagna benissimo con un velo di burro, di quello “pannoso” di montagna.
Comunque se li preparate come aperitivo, portateli in tavola senza dire nulla e lasciate che gli ospiti … rimangano a bocca aperta … nel vero senso della parola!

 


 

 

Mio marito li ha farciti semplicemente con prosciutto crudo e Raschera.

 

Sono divini con un formaggio stagionato e saporito, come la Raschera d’alpeggio (ma anche un Gorgonzola cremoso va bene), fettine di pera e noci tritate. Oppure un velo di Cugnà che è una composta di mosto d’uva  e altra frutta, il tipico accompagnamento piemontese ai formaggi.


 

O con il Bruss, crema di formaggio piccantissima, miele e nocciole. Con lardo e castagne. Con salmone affumicato e panna acida.  E via discorrendo.

Si conservano un paio di giorni in sacchetti di plastica. Si possono congelare sia cotti che crudi. I primi si fanno scongelare a temperatura ambiente per qualche ora, poi si scaldano leggermente nel forno. I secondi una volta scongelati si lasciano lievitare un’ora e poi si cuociono.

 
CONFETTURA DI PEPERONI PICCANTE.

1kg di peperoni, rossi e gialli (la maggior parte rossi),
4-5 peperoncini freschi piccanti,
600g zucchero,
100ml vino bianco secco,
1 mela piccola (circa 100g pulita),
2 cucchiai di aceto balsamico,
½ cucchiaino scarso di paprika dolce (o a piacere).

Pulite i peperoni e tagliateli a dadini, tagliate a dadini anche la mela. Eliminate i semini dai peperoncini e tagliateli a pezzetti.
Mettete tutto in una pentola dai bordi alti, unite lo zucchero, il vino e l’aceto.
Portate lentamente a bollore e cuocete per un’ora a fuoco basso, mescolando di tanto in tanto.
Frullate col mixer a immersione, unite la paprika e fate asciugare la confettura qualche minuto a fuoco più vivo mescolando.
Mettetela nei vasi di vetro ancora calda. Chiudete bene, capovolgete e fate raffreddare completamente. Con questa dose vengono circa 3 vasi da 250g.

lunedì 28 ottobre 2013

DOLCETTO O SCHERZETTO?

Tra pochi giorni sarà Halloween. Se per caso non ve ne foste accorti.
Certo non passano inosservati tutti gli addobbi a tema che sono spuntati ovunque, persino in farmacia. Ovunque fanno capolino ragnetti, mostriciattoli, zucche ghignanti e quant’altro.
Ok, ammettiamo pure che non è una festa che ci appartiene, l’abbiamo importata bella fresca da oltre oceano, quindi per noi non ha molto significato.

Ma perché no? In fondo è semplicemente la festa di Ognissanti, che festeggiamo pure noi, ma in maniera più seriosa.

E poi chi di noi, da ragazzini, non ha mai guardato anche solo con curiosità questi bambini nei film americani che si divertono un mondo a girare per il quartiere vestiti da mostri?
Io li invidiavo molto e non me ne vergogno, avrei voluto per una volta partecipare anch’io.
Per non parlare delle decorazioni, i dolci, le atmosfere, tutto in grande stile, come solo negli USA sanno fare. Esagerano? Si forse un po’, però lo fanno bene e mi piace un sacco.
Così come mi piace come sanno rendere l’atmosfera natalizia o la Pasqua.

Troppi film e cartoni animati di Walt Disney, lo so.
Ma quando si hanno bambini in casa non ci si può sottrarre e confesso che temo quel momento in cui queste cose non gli interesseranno più. Per cui finchè dura me la godo.
Ogni anno mi chiede di preparare qualcosa insieme. Di solito ci dedichiamo a qualche lavoretto di bricolage, stile Art Attack, con tanta (TANTA) colla vinilica!

Quest’anno ci siamo dedicati a preparare qualche dolcetto. Anche perché voleva allungare la lista delle sue ricette.
Ho pensato a delle semplici crostatine, con una frolla leggera senza burro ne olio, rese ancora più friabili dalla farine di mais e riso. In questo modo viene bilanciata la generosa farcia di confettura e nutella. Questa frolla è velocissima e facile, si può tranquillamente delegare ai bambini: devono preparare tutti gli ingredienti pesati e poi metterli uno dopo l’altro direttamente nel robot da cucina.

Per la farcia, oltre alla Nutella di ordinanza, abbiamo usato una golosa confettura di zucca (ovviamente) aromatizzata alla cannella che ho preparato qualche giorno fa.

Per decorare le crostatine però non avevo stampini a tema. Così ho disegnato delle sagome di fantasmino, pipistrello, zucca eccetera su un cartoncino. Le abbiamo ritagliate e le abbiamo usate come sagoma per ritagliare i coperchietti delle tortine. È stato un po’ laborioso, bisogna avere pazienza e lavorare la pasta poca per volta lasciando l’altra in frigo, ma ne è valsa la pena.
Tutto è pronto per la festa … ma le tortine dureranno fino a giovedì … non credo proprio!

 

Con questa ricetta vorrei partecipare al contest di Halloween del blog Un’americana in cucina di Laurel Evans. 



 
 
 
 

CROSTATINE DI HALLOWEEN.

Frolla di mais, riso, mandorle e ricotta:
100g farina 00,
90g farina di riso,
60g farina di mais fioretto,
60g mandorle pelate,
150g zucchero,
100g ricotta,
1 uovo,
1 cucchiaino di lievito,
1 pizzico di sale.

Per il ripieno:
confettura di zucca e pere,
amaretti,
nutella o altra confettura a piacere.

Frullate finemente le mandorle con lo zucchero e la farina di mais, unite la ricotta, l’uovo e il sale e amalgamate con il mixer. Unire infine la farina di riso e quella 00, setacciate con il lievito. Date ancora una frullata veloce, la pasta inizierà a staccarsi dalle pareti.
Rovesciatela sulla spianatoia e lavoratela velocemente formando una palla omogenea, se occorre unire poca farina, mettetela in frigo un’ora avvolta nella pellicola.

Stendete delle palline di pasta in sfoglie sottili e foderate gli stampini da tartelletta imburrati. Riempite con la confettura di zucca e qualche amaretto sbriciolato. Oppure con la nutella o altra confettura a piacere. Poi ricopriteli con dei dischetti sottili di pasta.

Potete ritagliare questi coperchi di frolla con stampini a tema. Io non avevo taglia biscotti di Halloween così ho disegnato delle sagome su un cartoncino, le ho ritagliate e le ho usate come modello per ritagliare la frolla con un coltellino affilato.

Ma mano che si preparano le tortine riporle in frigo, anche la pasta che non si usa va lasciata in frigo, in questo modo si lavora meglio.
Quando sono tutte pronte si dispongono sulla placca del forno e si cuociono a 180° per 15-20 minuti circa o finchè sono belle dorate.

 
 
 
 

Non ho foto della preparazione delle tortine perché eravamo così presi dal ritagliare le sagome di Halloween dalla pasta che mi sono dimenticata di farle. Però mi sono scatenata dopo quando erano pronte. Mi sono divertita anche a modificare le foto con Picasa.

 
 
 
 

La zucca col cappellaccio è una mia creazione fatta col feltro. L’ho presa da un vecchio numero di Cucito Creativo.

 
 
 
 
 
 
La lanterna-zucca di cartoncino è un lavoretto del mio bimbo che ha fatto a scuola. Si può vedere anche una ghirlanda di zucche di cartoncino che abbiamo creato insieme quando era più piccolo

 

Ed ecco la ricetta della confettura:
 
 
 
 

 
CONFETTURA DI ZUCCA E PERE CON UVETTA E NOCI.

Ingredienti:
600g zucca pulita,
200g di pera pulita,
350g zucchero,
40g uvetta,
40g noci sgusciate,
1 bicchierino di Marsala secco,
cannella, noce moscata,
un pizzico di sale.

Sciacquate l’uvetta e lasciatela in ammollo nel Marsala.
Tagliate la zucca e la pera a dadini, metteteli in una pentola con lo zucchero e un pizzico di sale, fate cuocere a fuoco dolce, mescolando spesso per 45 minuti circa, finchè tutta la frutta si è ammorbidita.

Frullate col mixer a immersione o passate al passaverdure, unite l’uvetta e il liquore, rimettete sul fuoco e fate asciugare per 5 minuti.  Infine aggiungete le noci spezzettate, un pizzico di noce moscata e mezzo cucchiaino di cannella. Fate cuocere ancora per 10 minuti mescolando.
Mettete nei vasi asciutti e puliti ancora bollente, chiudete bene e capovolgete. Fate raffreddare completamente prima di rigirarli.

Se volete potete diminuire la quantità di zucchero e cuocere la confettura un po’ di più.
Potete anche omettere le noci e l’uvetta, così rimane più spalmabile.
Al posto del Marsala si può usare del liquore all’amaretto o un altro a piacere.







domenica 27 ottobre 2013

TONNO O CONIGLIO?

Sono ancora viva eh! Non sono stata inghiottita da un buco nero, nemmeno mi sono trasferita nello Zimbawe. Anche se ogni tanto mi viene voglia di partire sul serio.
In questi giorni sono stata sempre indaffarata in qualcosa e la sera praticamente crollavo sul divano, con l’occhio sverso e un torpore pre-comatoso. Così conciata non avevo certo lo spirito di mettermi al PC, anche perché già sono una discreta frana quando sono completamente lucida!

E non posso nemmeno dire che i miei impegni quotidiani siano aumentati. Più o meno sono sempre gli stessi. Sono io che ho rallentato. Sarà stato il brutto tempo, la nebbia che opprimeva tutto, anche il mio metabolismo. Boh. Lo ignoro. Sta di fatto che ho faticato più del solito a stare dietro a tutto. Mi chiedo: se sono già così esaurita adesso, come farò quest’inverno quando inizierò a lavorare sul serio e starò fuori casa tutto il giorno?
Non lo so proprio, temo che il mio blog ne patirà parecchio.

La mia cucina non si è fermata, per carità, è solo che non ci pensavo nemmeno a allestire, apparecchiare, fotografare e quant’altro.
Io non so se capita anche ad altri, ma sta cosa di dover fare anche le foto mi sconvolge parecchio: fosse per me scriverei le mie quattro scemenze che la mia testolina alluvionata partorisce, la mia ricetta del giorno, anche quella di solito frutto dei miei esperimenti al limite del legale e bon, finita li.

Invece no, troppo facile, una blogger che si rispetti deve anche fotografare dato che ci vogliono le prove che tutta quella sbobba l’ha fatta davvero. Quindi ci si infila in un bel ginepraio perché poi ti prende la scimmia dell’impiattamento giusto, con la tovaglietta messa bene, con quel piatto che non usi nemmeno a Natale. Senza contare tutta la parte informatica: e scarica le foto, e sistema la luce spettrale al roastbeef, elimina la sfumatura verde alien del purè, scegli quale delle settantasette foto fa meno cagare, mettigli il titolo, perché non sia mai che qualcuno copi (vorrei vedere con che coraggio poi!), mettiti li a postare, linkare, prelevare banner, “spippolare variamente” con la tastiera, sperando che Blogger sia così gentile da non farti sparire tutto il post un attimo prima di averlo pubblicato!

Ma cosa pensavo quel giorno che ho deciso di aprire il blog? Non potevo andare a passeggio col cane? La verità è sotto sotto mi diverto parecchio, e mi da molta soddisfazione ogni volta che vedo pubblicata una mia “creatura” e ancor più quando vedo che ci sono state molte visualizzazioni. Ma ogni tanto fa bene anche prendersela comoda.

Per questo oggi vi parlerò di una ricetta di repertorio.
Di questo piatto ho già accennato QUI e QUI. Senza mai darvi la ricetta.
So che siete rimasti in spasmodica attesa per tutto questo tempo. Probabilmente non avrete dormito divorati dalla curiosità.
Sono stata crudele, nel lasciarvi nell’incertezza fin’ora, me ne rendo conto, ma adesso è venuto il momento di parlare.

Mettetevi comodi, spegnete i telefoni, perché questa è una ricetta che cambierà la vostra vita e quella delle vostre famiglie.

Se non siete piemontesi.
Se lo siete, probabilmente la conoscete già e la cosa vi lascerà bellamente indifferenti.

A parte gli scherzi, questo è un piatto molto semplice da fare. Si può preparare in largo anticipo, anche qualche giorno prima di usarlo, cosa di non poco conto.
Ma soprattutto fa fare bella figura con gli ospiti perché si presta ad essere presentato in tanti modi carini e sfiziosi.
Beh, se non è una bella scoperta questa, non so che dire.
Naturalmente la stessa ricetta si può rifare anche con un bel pollo o una gallina ruspanti.

 


 
 
 
 

TONNO DI CONIGLIO.

1 coniglio,
1 cipolla,
2 carote,
2 coste di sedano
1 foglia di alloro,
olio extra vergine d’oliva,
aromi a piacere (alloro, rosmarino, timo, aglio, peperoncino, scorzetta di limone, ecc.),
sale, pepe in grani.

Tagliate o fatevi tagliare dal macellaio un coniglio in pezzi. Se siete lui è bravo e voi siete convincenti, fatevi anche disossare la sella o schiena. Le zampe non occorre perché poi si disossano facilmente da cotte, ma già che c’è!!

Fate bollire una capace pentola d’acqua con sedano, carote, cipolla e alloro ben lavati. Salate leggermente. Lavate il coniglio con acqua corrente, immergetelo nella pentola, cuocetelo per un’ora circa, dalla ripresa del bollore, spegnete il fuoco e lasciatelo raffreddare nell’acqua.
Scolatelo, asciugatelo e tagliatelo a pezzetti eliminando con molta cura ossa e cartilagini.

Mettete via via i pezzi in due vasi di vetro da ½ chilo, alternandoli con aromi a scelta: spicchi d’aglio spellati, grani di pepe, chiodi di garofano, bacche di ginepro, rosmarino, timo alloro, peperoncino, scorzette di limone. Quelli che preferite, non troppi naturalmente.
Premete un po’ la carne per compattarla, versate l’olio fino a coprire, aspettate mezz’ora che l’olio si assesti poi rabboccatelo. Deve coprire bene la carne.






Chiudete bene i vasi e mettete in frigo per almeno una notte, meglio per 24 ore prima di mangiarlo. Conservatelo in frigo controllando che sia sempre ben coperto d’olio e consumatelo entro una decina di giorni.

Pare che una volta questo “tonno” si facesse nelle fattorie per consumare i conigli anziani e mantenere la carne a lungo. Presumo che per conservarlo a lungo occorra sterilizzare i vasetti ben chiusi, facendoli bollire in acqua. Io non l’ho mai fatto e non saprei dire come viene. Se qualcuno l’avesse già fatto me lo faccia sapere.

Questo coniglio è già buono al naturale, ma può essere utilizzato in tanti modi.

Io per esempio l’ho servito come antipasto in una insalata di finocchi, olive taggiasche, pinoli e aglio sott’olio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Avete letto bene: si tratta di aglio nuovo, fresco, fatto scottare con aceto e vino bianco, asciugato e messo sott’olio, come i funghi. Vi assicuro che non rinviene. Ma io sono ligure e forse non faccio testo!





Ma con un po’ di fantasia si prepara in mille modi:

-      con sedano, mele verdi e noci,

-      con peperoni e cipolle all’agro,

-      con funghi sott’olio,

-      con finocchi, grana e fettine di agrumi,

-      con un misto di verdure a vapore,

-      con la caponata di melanzane e zucchine,

-      con la ratatuja ligure tiepida,

-      con verdure grigliate miste,

-      inoltre tutti questi mix saporiti possono diventare anche ottimi condimenti per insalate di pasta, riso e cereali vari,

Vi bastano come idee o devo continuare? È o non è una preparazione furba?

 

Adesso vado a curiosare i miei blog preferiti. Se non mi si incrociano troppo gli occhi.

giovedì 24 ottobre 2013

IN PRINCIPIO ERA LA CAPRESE…

Lunedì, parlando del pranzo di domenica scorsa, ho accennato al dessert. Che mi è servito anche da colazione, ma purtroppo è già finito.
Per forza, si tratta del mio dolce preferito; credo anche del resto della famiglia a giudicare dalla velocità di scomparsa che ha avuto.

È la mitica Caprese. O meglio la figlia piemontese della Caprese.

Perché come al solito devo sempre cambiare qualcosa alle ricette, farle diventare mie. E come avrete capito non mi fermo davanti a niente, nemmeno di fronte a ricette mito, a cuochi e pasticceri mito! Io riesco a profanare tutto!

Questo è stato il turno del grande Salvatore De Riso e della sua magnifica Caprese. Già di per se è un dolce fantastico, se poi è anche la ricetta di uno dei maestri della pasticceria italiana, diventa una roba da urlo. La perfezione.
Si può modificare qualcosa che è perfetto? No. Ma io faccio anche questo.

Ma in questo caso non me ne pento perché la risultante è una torta davvero buona che anche De Riso approverebbe. Certo non si chiama più Caprese. Perché è diventata un’altra cosa.
La chiamerò Cuneese.

 
 
 




TORTA “CUNEESE” CIOCCOLATO E NOCCIOLE.

Da una ricetta di Salvatore De Riso, modificata.

Ingredienti:
200g burro (io 150g e 4 cucchiai di panna),
4 uova,
240g zucchero a velo (io semolato),
250g mandorle pelate ( io 150g nocciole del Piemonte e 100g mandorle)
200g cioccolato fondente extra,
50g fecola,
30g cacao amaro,
½ bustina di lievito, circa 8g.

 Zucchero a velo per completare e … Nutella!!

Tritate le mandorle e le nocciole al mixer con metà dello zucchero e il cioccolato a pezzetti. Riducete tutto in un composto piuttosto fine ma granuloso. Tipo sabbia.
Montate il resto dello zucchero con il burro morbido, unite i tuorli uno alla volta, la panna e poi il composto di nocciole, infine la fecola e il cacao setacciati con il lievito.
Io ho usato un po’ di panna al posto del burro semplicemente perché all’ultimo mi sono accorta che non mi bastava e non avevo voglia di correre a comprarlo. Di necessità, virtù. Però non è andata affatto male.
Montate gli albumi a neve con un pizzico di sale e incorporateli delicatamente al composto.

Versate in una tortiera di circa 26-28cm di diametro, imburrata e cosparsa di fecola (oppure foderata di carta da forno). A questo punto l’impasto è già pronto da cuocere. Non mancherebbe nulla. Eppure qualcosa ci sarebbe … fate cadere qua e la sull’impasto della Nutella con un cucchiaino. Tanti piccoli mucchietti sparsi. Non esagerate, però, altrimenti la torta si siede troppo.

Infornate a 160° per circa 45 minuti. Fate raffreddare, sformate e cospargete di zucchero a velo.
 
 
 

Ci starebbero bene anche delle gocce di marmellata, tipo all’arancia o all’albicocca. Ma la Nutella ha il suo perché. Le foto non rendono giustizia, ma il contrasto con la granulosità della torta e il gocciolone cremoso di Nutella che arriva in bocca ogni tanto é favoloso!
 
Volendo si possono sostituire tutte le mandorle con le nocciole.

 
 
 
 
Questa ricetta l’ho tratta da libro “Le ricette di Casa Clerici” volume 1. Di Antonella Clerici. In un primo momento ho solo raddoppiato le dosi del libro. Poi, istigata da mia cugina Monica che mi ha suggerito le nocciole (che si prenda le sue responsabilità), ho apportato le modifiche. Tocco finale ( o mazzata finale) la Nutella e ho ucciso la Caprese. Però è buona anche così vero?

Mio suocero, non pago, la spruzzerebbe generosamente con il Rum.
Provate. Poi andate a dormire, però.



 
 
 



 
 
 
 
 

lunedì 21 ottobre 2013

RACCONTO DI UNA DOMENICA IN FAMIGLIA.

Questa mattina mi sono goduta una fantastica colazione. Ho voluto concedermi un inizio calmo e rilassante prima di ricominciare la settimana.
Anche perché mi devo un po’ riprendere dalla domenica appena trascorsa. Ieri avevo a pranzo zii e cuginetti, tutti di ottima forchetta, quindi mi sono scatenata e ho preparato un bel pranzetto.

Inoltre il tempo brumoso (e la digestione) invogliava a rimanere in casa tra chiacchiere e giochi da tavolo, per cui il pranzo si è svolto in maniera molto rilassata e dilatata.
Ci siamo concessi giusto una passeggiatina in paese, dove ci attendeva la fiera di prodotti tipici con regolamentare castagnata, bicchiere di vino, orchestrina e lotteria di beneficienza.

Quanto mi piacciono queste fiere paesane. Torno sempre a casa carica di golosità da provare, non mi tiro indietro di fronte a nulla; non resisto davanti a un formaggio, a un salume o anche a una varietà di pere che ancora non ho assaggiato.

L’anno scorso ho girato due ore con una enorme zucca in braccio, perché ho avuto la brillante idea di acquistala subito appena arrivata, invece di rimandare al momento di andar via.
Quest’anno mi sono fatta furba e ho lasciato i vari acquisti in custodia al banco della lotteria, ai ragazzi della proloco, e li ho ritirati prima di tornare a casa.

In questo periodo ci sono tantissime fiere in tutta la provincia di Cuneo, dove vivo. Ogni paesino ha la sua castagnata o festeggia un prodotto tipico del posto: si è appena conclusa la fiera del marrone proprio a Cuneo, un paio di settimane fa c’è stata la fiera della zucca di Piozzo, tra poco ci sarà quella dei porri a Cervere e così via.

Insomma, l’Autunno è una stagione ricca e opulenta che non ha nulla da invidiare all’Estate, a parte il sole e la temperatura.
Per il mio pranzo di ieri mi sono ispirata proprio a tutti questi prodotti di stagione.

Vi illustro il menù ma le ricette le posterò un po’ per volta.
Ho iniziato con qualche antipastino veloce: dei salamini di cacciagione, una formagetta di capra fresca condita con olio e.v.o e pepe, accompagnata da una composta agrodolce di peperoni di Carmagnola, poi una insalatina con tonno di coniglio, olive taggiasche e sedano bianco.
Tutti questi antipasti sono facili da preparare e si possono fare anche il giorno prima.

Così come il secondo: un arrosto di maiale con le sue costine attorno, cotto la sera prima con la birra, dopo una lunga marinatura nella stessa. Di questo piatto non vi darò la ricetta, almeno per il momento, perché non ho fato nemmeno una fotografia. Quando ci sono ospiti ci si dimentica. Mi toccherà rifarlo … che sacrificio!

Ma del primo la foto l’ho fatta ed è questa la ricetta di cui vi parlerò. Un piatto che potrebbe essere la sintesi dell’Autunno e delle mie scorribande fra fiere e mercati. C’è tutto: zucca di Piozzo, castagne, porri di Cervere.
Persino una fantastica birra cruda prodotta da un piccolo birrificio artigianale in provincia di Torino. Si tratta del birrificio Soralamà di Vaie, in Val di Susa. Ho trovato un banchetto di queste birre proprio ad una fiera, ce ne sono di otto tipi diversi, persino una alle castagne, che mi pento di non aver comprato, probabilmente sarebbe stata adatta per il mio menù.

Adesso basta chiacchiere e vado di ricetta. Già il nome è tutto un programma, sembra il titolo di un film di Lina Wertmuller, ma voi non fatevi spaventare:

 


GNOCCHI DI CASTAGNE E ZUCCA CON SALSICCIA SU FONDUTA DI PORRI ALLA BIRRA.

Ingredienti per circa 8 persone.
Per gli gnocchi di castagne:
400g castagne lessate e sbucciate,
350g patate lessate e sbucciate,
1 uovo grande,
150g farina 00,
150g farina integrale.

Per gli gnocchi di zucca:
450g zucca pulita e cotta,
300g patate lessate e pelate,
1 uovo grande,
300g di farina 00,
un pizzico di noce moscata.

Per la fonduta di porri:
4 porri di Cervere, circa 300g puliti,
olio extra vergine d’oliva,
brodo di verdura,
½ bicchierino di birra ambrata doppio malto, circa 50ml o poco più,
100ml di panna fresca,
2 cucchiai di parmigiano grattugiato,
noce moscata, sale.

Per completare:
400g salsiccia,
birra ambrata,
castagne cotte sbucciate,
1 piccolo porro a rondelle,
chips di zucca.





Preparare gli gnocchi di castagne:innanzi tutto si fanno lessare le castagne. Io le ho sbucciate togliendo solo la buccia marrone dura, le ho lessate circa 20-25 minuti in acqua leggermente salata con una foglia d’alloro, le ho scolate e ho tolto la pellicina (quando sono ancora calde si spellano meglio). Queste nel mio paese in Liguria sono “le pelate”, appunto.
Si possono anche cuocere con tutta la buccia, “i baletti”, ma hanno poi un gusto più intenso e legnoso, per questo piatto preferisco le prime.

Si lessano anche le patate, si pelano e si passano allo schiacciapatate insieme alle castagne, per queste ultime ci vuole un po’ di pazienza e forza. Soprattutto se aspettate che siano fredde.
Poi impastate con le farine e l’uovo. Formate un composto omogeneo e piuttosto sodo. Preparate gli gnocchi: fate dei rotolini piuttosto sottili e tagliate gli gnocchi di circa 2cm, se volete passateli al riga gnocchi o con una forchetta.

Poi preparate gli gnocchi di zucca: cuocete la zucca a dadini in forno, avvolta nella carta forno e poi nella pellicola, bastano circa 20 minuti. Oppure potete cuocerla a vapore, ma rimane un po’ più acquosa.
Passate zucca e patate allo schiacciapatate, impastate il purè con l’uovo e la farina. Se il composto di zucca fosse troppo acquoso, usate un po’ di farina di semola al posto di quella bianca, asciuga di più. Preparate gli gnocchi come gli altri.

Per sveltire le operazioni si può cuocere la zucca e le castagne anche la sera prima, si mettono in frigo chiuse in contenitori, poi si fanno intiepidire al microonde prima di schiacciarle con le patate.





A questo punto si prepara la fonduta: tritate finemente i porri. Fateli rosolare per un minuto in due cucchiai di olio. Sfumateli con la birra. Unite due mestolini di brodo caldo e fateli cuocere a fuoco dolce per mezz’ora, unendo ancora poco brodo se necessario, devono disfarsi ma non essere troppo acquosi. Unire la panna, aggiustare di sale e noce moscata e frullare bene con il mixer. Rimettere la salsa sul fuoco, aggiungere il parmigiano e far addensare leggermente, spruzzando ancora con pochissima birra. Se non avete la birra cruda usate tranquillamente una birra ambrata o rossa normale. Ce ne sono di ottime anche al super senza diventare matti. Io ce l’avevo e l’ho usata.

Mentre bolle l’acqua per gli gnocchi fate rosolare in una padella antiaderente la salsiccia metà sbriciolata e metà a pezzettini piccoli. Sfumatela con mezzo bicchiere di birra (da tavola, non da birra), fate evaporare. Tenete al caldo.
In un padellino friggete il porro a rondelle sottili, deve essere croccante. Sgocciolatelo su carta assorbente e tenete al caldo.
Lessate gli gnocchi e scolateli man mano che vengono a galla, metteteli in una pirofila e conditeli con 2-3 cucchiai di fonduta e metà salsiccia.

Preparate i piatti: mettete sul fondo la fonduta a specchio, distribuite gli gnocchi, completate con la salsiccia rimasta, i porri croccanti e qualche castagna lessata sbriciolata grossolanamente.
Potete guarnire anche con una o due chips di zucca, tanto per richiamare anche questo ingrediente: tagliate delle fettine di zucca sottili e fatele asciugare in forno finchè sono criccanti. Se le friggete dovete avere una zucca molto asciutta, altrimenti diventano molle.



 
 
 


Confessione: per fare le foto ho tenuto da parte un piccolo vassoietto di gnocchi e un po’ del condimento. Li ho cotti oggi a pranzo e li ho fotografati con più calma. Come avrei potuto altrimenti con 8 persone fameliche in giro? Poi con i miei tempi fotografici, sarebbe stato un disastro.





Questo piatto mi sembra adatto per partecipare al contest della mia amica Lucia del blog Ti cucino così, che è appunto sulle verdure di stagione.

 
IL CONTEST
 

Inoltre mi sono accorta che ha i colori giusti per partecipare anche alla sfida di questo mese di Colors & Food : il marrone e l’arancione, i colori dell’autunno!

 

 

 

E il dessert? Una torta goduriosa e cioccolatosa. Ma anche di questa vi parlerò in seguito, magari domani. Dico solo che è il mio dolce preferito e che tra l’altro è stato la mia fantastica colazione di oggi. Quello che è rimasto.